Cima Portule

domenica 17 settembre – partenza ore 6,30 dalla sede CAI

ll Comitato Direttivo Regionale del Club Alpino Italiano propone il 2° Raduno di tutte le Sezioni del Veneto nella giornata dei Domenica 17 Settembre 2017 sull’Altopiano di Asiago.
Alle Sezioni di ogni provincia verrà proposto un percorso della durata massima di ore 6 con grado di difficoltà “
E”.
Ogni gruppo avrà a disposizione uno o più accompagnatori che illustreranno l’ambiente e gli eventi accaduti.

La nostra sezione effettuerà un’escursione al Portule – Informazioni in sede

CIMA PORTULE
Difficoltà: E
Dislivello: 692 m
Lunghezza: 15,0 km
Quota massima: 2307 m Cima Portule
Tempo: 5,00 h.
Tipo di escursione: ad anello
Luogo di partenza: Malga Larici (1593 m.)
Da Asiago proseguire sulla SP349 in direzione Trento, dopo circa 12 km troveremo il bivio sulla destra (circa 1 Km dal ristorante Ghertele); proseguire per i 7 tornanti (circa 6 km), una volta in quota attenersi ai cartelli “Rifugio Larici da Alessio”;

Ora di partenza: 8:00
Accompagnatore locale: Barbara Rodeghiero cell. 3280173386
Cartografia: Sezioni Vicentine del CAI / Altopiano di Asiago Foglio n° 2 Nord
Escursione
Da malga Larici, a quota 1615 m circa, si imbocca il sentiero CAI 826 che inizialmente percorre una carrareccia militare della prima guerra mondiale (Val Renzola) per abbandonarlo più avanti seguendo sempre il sentiero CAI 826 e risalire faticosamente il crinale fino a Porta Renzola (1949 m). Alla forcella si apre uno stupendo panorama verso nord, sulla vicina catena dei Lagorai fino a Cima d’Asta e, più lontano ad occidente, sui gruppi del Brenta, Presanella ed Adamello. La salita riprende intensa lungo la linea di cresta per giungere sulla cima del Portule (2307 m) dopo due ore dalla partenza. Il sentiero di ritorno (sentiero CAI 826) segue il crinale che si abbassa dolcemente, sempre molto esposto a destra sulla Val Renzola mentre a sinistra il pendio è più dolce.
Successivamente abbandona il filo di cresta rientrando nel caratteristico ambiente carsico, punteggiato di doline ed inghiottitoi con tipica vegetazione a mugo , fino ad incrociare la strada militare, percorsa all’inizio, che riporta a destra in Val Renzola, attraverso Bocchetta Portule, ed a sinistra in Val Galmarara. Nei pressi di Bocchetta Portule (1937 m) si può visitare una fortificazione austriaca scavata nella roccia e risalente al periodo della Grande Guerra. Il rientro, semplice si ripercorre nuovamente l’intera Val Renzola (sentiero CAI 826)sulla vecchia carrareccia militare fino a malga Larici (due ore e mezza dalla cima).

Notizie storiche
23 maggio 1916: partendo dalle ex postazioni della nostra artiglieria di Porta Renzola, abbandonate dai serventi il giorno prima, un “distaccamento alpinistico” austroungarico sale per il Coston di Portule – ancora ingombro di neve – e attacca gli anziani e poco combattivi soldati della “Territoriale” che il comando italiano ha posto a difesa di quella che si rivelerà come la posizione chiave dell’intera “Strafexpedition”. Rincalzati da due battaglioni del 26° Landsturm, i soldati degli Asburgo sorpassano il crinale e dilagano su tutto l’acrocoro sommitale dei Sette Comuni, dirigendosi verso le testate delle valli di Galmarara, Campomulo, Nos e scendono poi per esse alla conquista della conca di Asiago. La montagna che, insieme al Verena, sarebbe dovuta essere il nostro baluardo contro il “nemico atavico” viene persa in qualche ora; occorrerà aspettare il novembre del 1918, cioè la fine del conflitto, perché di nuovo la bandiera italiana torni a sventolare sulla sua sommità. Ancora oggi i segni di questi eventi sono perfettamente leggibili sul terreno, a cominciare dalle cannoniere italiane di Bocchetta Portule, trasformate dagli austriaci in serbatoi di acqua potabile e stazione intermedia in caverna per una delle otto teleferiche di grande portata che da Monterovere e dai Larici  rifornivano la “dauerstellung”, la “linea di resistenza”, contro la quale inutilmente si immoleranno nei successivi due anni le migliori truppe dell’esercito italiano in battaglie divenute epiche quali quelle dell’Ortigara, del Monte Forno, dello Zebio. Il Portule, non più direttamente coinvolto nei combattimenti, diventa uno dei nodi fondamentali della rete logistica austroungarica che, oltre ai trasporti a fune e agli acquedotti, porta allo sviluppo di una fitta rete di infrastrutture viarie quali la strada dell’Arciduca Eugenio che ne attraversa tutto il fianco occidentale per poi continuare, oltre la Bocchetta, verso i Monumenti e Campo Gallina ove aveva sede il comando della VI divisione Feldjäger. Al giorno d’oggi è difficile rendersi conto delle decine di migliaia di soldati dell’Impero che per anni sono vissuti quassù, estate ed inverno, dipendendo in tutto e per tutto da quanto, dal basso.
Sito:http://www.magazineasiago.it/cima-portule-dove-la-natura-ha-rimarginato-le-ferite-della-storia/

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